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Pescara, aggressioni al personale sanitario: i sindacati insorgono e chiedono sicurezza

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La Fp Cgil e i Medici e Dirigenti Sanitari Abruzzo Molise Abruzzo Molise e di Pescara esprimono solidarietà al corpo sanitario del reparto di Oncologia dell’ospedale di Pescara vittima di una vera e propria irruzione da parte di un commando.

Il continuo ripetersi di atti di violenza nei confronti di operatrici e operatori sanitari pone, ancora una volta, il tema della sicurezza sul lavoro come una priorità non più differibile nei plessi ospedalieri. Non esistono situazioni non prevedibili e non evitabili. Quanto accaduto, purtroppo, rappresenta sempre più la quotidianità di chi opera nell’ambito ospedaliero.

Come abbiamo già detto in precedenza occorre predisporre tutte le azioni utili a garantire la sicurezza di chi opera, a qualsiasi titolo, nella Sanità, occorre più personale che possa gestire situazioni conflittuali come quella accaduta, occorre un posto fisso di polizia in ogni plesso ospedaliero, occorre una formazione mirata ad amministrare situazioni che mettano a rischio l’incolumità delle operatrici e operatori sanitari, perché non è più tollerabile che chi lavora per la salute degli altri metta in pericolo la propria.

Per questo durante l’incontro di giovedì scorso con l’Assessore e i Dirigenti Asl abbiamo ribadito l’estremo errore che stava facendo il Direttore Michitelli, nell’ambito dei tagli di spesa, a ridurre il servizio diGuardanìa, argomentando le nostre posizioni proprio in relazione alla tutela di chi opera in ambito sanitario.

Questa O.S. sarà sempre al fianco degli operatori sanitari, è per questo che chiede una maggiore attenzione sui protocolli relativi al comportamento da tenere in caso di aggressione, che non possono essere considerati quali mero adempimento ma devono trovare applicazione sostanziale nella routine della gestione del Servizio Sanitario Nazionale, in tutte le sue articolazioni, prevedendo unità lavorative in misura adeguata e che siano specializzate e formate a tal fine.

La Cgil chiede la costituzione di un tavolo prefettizio in quanto si tratta di una questione di ordine pubblico e quindi c’è bisogno della costituzione di un tavolo con tutti i soggetti istituzionali interessati per valutare quali possono essere le soluzioni per eliminare i pericoli per l’incolumità dei pazienti e del personale sanitario”.

Di seguito la nota a firma dei Rappresentanti Regionali Abruzzo dei sindacati della dirigenza medica AAROI EMAC (Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani Emergenza Area Critica), CIMO Dirigenza Medica, CGIL Medici, CISL Medici e FVM (Federazione Veterinari e Medici):

L’ultimo dei numerosissimi episodi di aggressione agli Operatori della Sanità Pubblica si è verificata il giorno 13 settembre presso il reparto di Oncologia dell’Ospedale Santo Spirito di Pescara dove quaranta persone, dopo aver appreso della morte di un parente, sono entrati nel reparto insultando e minacciando i medici e il personale sanitario.

I Rappresentanti Regionali Abruzzo dei sindacati della dirigenza medica AAROI EMAC (Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani Emergenza Area Critica), CIMO Dirigenza Medica, CGIL Medici, CISL Medici e FVM (Federazione Veterinari e Medici) esprimono la loro solidarietà a tutti gli operatori sanitari del reparto di Oncologia.

Chiedono al fine di tutelare gli operatori Sanitari, un intervento deciso di tutte le Istituzioni Politiche per porre in atto misure per evitare il verificarsi di tali episodi.

Chiedono maggiori risorse da destinare al Sistema Sanitario Nazionale per risolvere quelle croniche criticità che contribuiscono al verificarsi di tali episodi, purtroppo sempre più frequenti, che si verificano sia all’interno delle strutture ospedaliere sia sul territorio, in particolare in zone isolate e/o disagiate dove spesso il personale sanitario si trova ad operare da solo.

Chiedono una maggiore valorizzazione degli operatori sanitari che ogni giorno pur con notevoli difficoltà scelgono di continuare a lavorare nel Servizio Sanitario Nazionale.

La repressione, la procedibilità d’ufficio, pene certe, sistemi di videosorveglianza accurati e presenza di vigilanza costante costituiscono senz’altro deterrenti importanti ma, accanto a questi occorre tornare ad investire sulla sanità affinché il SSN torni ad essere efficiente, con tempistiche di accesso e presa in carico dei pazienti accettabili.

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