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Penne, 48enne costretta a “condizioni disumane” in casa da figlia e genero

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I Carabinieri della Compagnia Carabinieri di Penne hanno dato esecuzione al decreto
d0urgenza del Pubblico Ministero che dispone l’allontanamento dalla casa familiare con
divieto di avvicinarsi alla persona offesa, sul conto di una coppia di coniugi, 31 anni lui 26
anni lei, indagati per il reato di maltrattamenti in famiglia.

Il provvedimento scaturisce dalle indagini avviate dal Comando Stazione Carabinieri di
Penne a seguito della denuncia-querela della vittima, una donna di 48 anni residente in un
comune dell’area vestina che, dopo mesi di soprusi e angherie ha deciso di rivolgersi alle
Autorità, disperata per la situazione in cui si era, paradossalmente, ritrovata anche perché
la stessa era costretta a subire angherie dalla figlia ventiseienne e dal genero trentunenne,
che la donna aveva ospitato a casa sua.

Era apparsa strana da subito la richiesta di ospitalità della ragazza e del genero, già in
possesso di una casa a Roma, ma il desiderio di assecondare le richieste della figlia e di avere vicino il piccolo nipotino, avevano convinto la donna.
La convivenza iniziava nello scorso aprile, ma dopo le prime settimane, apparentemente
tranquille, i rapporti prendevano una terribile piega: insulti frequenti, vessazioni continue,
minacce e violenze fisiche rivolte dalla figlia e dal genero costringevano di fatto la donna a
sentirsi costretta a trasferirsi nella fatiscente cantina dell’abitazione dove senza servizi
igienici, senza cucina e costretta a dormire su un divano vecchio e sporco, in compagnia dei
suoi tre cani.

Grazie alla solidarietà di qualche amica, la donna qualche volta riusciva a farsi una doccia,
in quella che è la sua casa, infatti, subiva solo continue vessazioni.
Le risultanze emerse non hanno lasciato adito a dubbi sulla gravità delle responsabilità in
capo ai coniugi ed hanno indotto il Pubblico Ministero titolare del procedimento ad
emettere un decreto motivato che dispone l’allontanamento dalla casa familiare con divieto
di avvicinarsi alla persona offesa, restituendo, di fatto, alla donna la tanto agognata libertà
di condurre una vita tranquilla e, soprattutto, dignitosa.

Il provvedimento è stato eseguito dai militari nei giorni scorsi. Sul conto dei coniugi, oltre
alla misura restrittiva, pende adesso un procedimento penale per il reato di maltrattamenti
in famiglia.

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