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Consiglio Regionale, la nota. PD su area ex Fea: “Ancora nessuna bonifica”

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Consiglio Regionale dell’Abruzzo, nuovo comunicato diramato attraverso l’Ufficio Stampa dell’Emiciclo:

– I consiglieri regionali del Partito Democratico, Antonio Blasioli e Silvio Paolucci, espongono i contenuti della conferenza stampa che hanno tenuto questa mattina nella sede pescarese del Consiglio regionale dell’Abruzzo – “Sono passati 17 mesi da quando la società che si è aggiudicata il bando per la valorizzazione turistica del complesso ex Fea ha comunicato agli organi competenti la presenza nel sito di sostanze inquinanti oltre i valori consentiti dalla legge – si legge nella nota ufficiale pubblicata online sul sito web istituzionale. Da allora l’unica azione intrapresa sono stati i lavori di messa in sicurezza mediante il barrieramento idraulico, interventi eseguiti dalla stessa società concessionaria malgrado non fosse minimamente responsabile per l’inquinamento, mentre nessun provvedimento sulla bonifica è stato adottato dalla Regione Abruzzo impedendo di fatto la valorizzazione dell’area – L’area in questione, ubicata sul Lungomare Matteotti, versa da anni in uno stato di totale abbandono di cui risentono principalmente residenti e attività limitrofe – recita la nota online sul portale web ufficiale. Ricevere ieri dall’Assessore all’ambiente della Giunta Marsilio risposte scontate che testimoniano l’inattività della Regione ci ha lasciati esterrefatti e increduli – affermano i consiglieri regionali Antonio Blasioli e Silvio Paolucci – La sensazione è che quell’area possa restare così per anni – precisa il comunicato. Per questo motivo oggi abbiamo convocato questa conferenza congiunta di consiglieri regionali e comunali dei gruppi di centrosinistra, per lanciare un grido d’allarme e chiedere che anche il Sindaco Masci faccia sentire la sua voce – si legge nella nota ufficiale pubblicata online sul sito web istituzionale. Il sindaco deve decidere se stare dalla parte dei pescaresi o dalla parte della Giunta regionale – dichiarano Stefania Catalano, Piero Giampietro, Francesco Pagnanelli e Marco Presutti – Nei prossimi giorni presenteremo una mozione in Consiglio comunale affinché Masci si attivi presso la Regione, in quanto non può permettersi di essere complice né della mancata riqualificazione del complesso né soprattutto di una potenziale emergenza sanitaria per quella zona – si apprende dal portale web ufficiale. Ricostruiamo la vicenda attraverso un breve excursus. Il progetto originario (datato 2018) della società concessionaria, la soc. coop. Consorzio fra Costruttori, vincitore del bando per la valorizzazione dell’area indetto dal precedente Governo regionale di centro sinistra, si snodava attraverso tre assi tematici: il recupero della vecchia stazione e della piccola rimessa (nel rispetto delle proprie caratteristiche architettoniche) da destinare a incubatore culturale, la realizzazione di una piazza nell’area ultimamente adibita a parcheggio e di un distretto del gusto per la somministrazione di eccellenze enogastronomiche – si apprende dalla nota stampa. Due anni dopo (2020) l’impresa ha presentato la richiesta di permesso a costruire in deroga, con una serie di modifiche progettuali, sintetizzabili in un museo e in un giardino tematico – recita il testo pubblicato online. Il Consiglio comunale ha approvato la variante progettuale nel febbraio 2021. Il 3 marzo 2021, a seguito delle analisi ambientali disposte dalla società Immotrading – nel frattempo divenuta coaffidataria insieme alla società SII srl della realizzazione delle opere – e propedeutiche all’avvio dei lavori, è emersa la potenziale contaminazione del sito industriale dismesso ai sensi degli artt. 245 e 249 del D.lgs 152/2006, noto come Testo Unico Ambiente – recita la nota online sul portale web ufficiale. Accertati il superamento nelle acque di falda delle CSC (Concentrazioni Soglia di Contaminazione) per quanto riguarda il cloruro di vinile (sostanza cancerogena presente negli idrocarburi) e la presenza di alcuni serbatoi sotterranei, la nuova società Fea srl, subentrata come concessionaria a CFC e Immotrading, è stata invitata dall’Arta ad attuare le opere di messa in sicurezza, articolate in un intervento di barrieramento idraulico e nella rimozione delle cisterne interrate – Successivamente la Fea srl ha approntato un piano di caratterizzazione ambientale finalizzato al risanamento dell’area, che è stato poi sottoposto al vaglio di una conferenza di servizi convocata dal Servizio Geologia, Siti contaminati, Vas e Beni ambientali del Comune di Pescara, che ha visto la partecipazione dei soggetti pubblici coinvolti – In tale sede, come si evince dal verbale, la società ha ribadito come, a distanza di due anni dalla consegna del sito, non avesse ancora la facoltà di avviare i lavori di riqualificazione nonostante l’esborso di circa €. 200.000,00 per indagini ambientali e opere di messa in sicurezza – viene evidenziato sul sito web. E sottolineato di avere chiesto alla Regione una proroga per la conclusione dei lavori, considerata l’incompatibilità con i termini inizialmente pattuiti (4 anni), senza ottenere però alcun riscontro – riporta testualmente l’articolo online. In sostanza, mentre per la società concessionaria – soggetto, come chiarito in Conferenza dei Servizi, non responsabile dell’inquinamento e che ha già sborsato 200mila euro per le misure di prevenzione – si prospetta un ulteriore aggravio economico considerato che il piano di caratterizzazione è stato implementato nel corso della conferenza suddetta, la Regione, proprietaria dell’area e presumibilmente soggetto inquinatore (in virtù di una partecipazione totalitaria in TUA che è subentrata alla GTM, erede a sua volta della vecchia FEA), si sottrae ai propri impegni trascurando una situazione che si protrae ormai da diverso tempo – aggiunge testualmente l’articolo online.  Tra l’altro, come ha sostenuto l’Arta in sede di Conferenza dei Servizi, essendo facilmente individuabile il responsabile dell’inquinamento, non ci si può esimere dalla richiesta di bonifica – Nell’interpellanza da noi presentata lo scorso 12 luglio, proseguono i consiglieri regionali Blasioli e Paolucci, avevamo chiesto: 1) se la Regione intenda bonificare l’area e con quali risorse; 2) se le richieste della società FEA siano state riscontrate e con quale esito; 3) se la Regione, in quanto proprietaria del sito, sia da ritenere responsabile della contaminazione dato che si tratta di cisterne di rifornimento della vecchia ferrovia, prima passata in GTM e poi in TUA. La risposta è stata ampiamente insoddisfacente – recita la nota online sul portale web ufficiale. L’Assessore all’Ambiente Campitelli si è trincerato dietro la motivazione che spetta alla Provincia di Pescara (del suo stesso colore politico) dare applicazione al titolo V della parte quarta del Testo Unico Ambientale, che regola le procedure da seguire nei siti contaminati, sottolineando come l’ente non abbia ancora avviato le attività di individuazione del soggetto inquinatore obbligato alla bonifica – si legge sul sito web ufficiale.  Inoltre ha specificato di aver risposto negativamente alle richieste di rimborso della Fea srl per le spese sostenute ai fini della messa in sicurezza, senza fare alcun riferimento alla richiesta di proroga da parte della stessa impresa – Il complesso ex Fea rappresenta un’area importante del lungomare nord, e meriterebbe ben altra attenzione – recita la nota online sul portale web ufficiale. Dalle istituzioni ci si aspetterebbe una maggiore celerità, vista l’evidente facilità di individuazione del soggetto inquinatore – recita la nota online sul portale web ufficiale.  Possibile che debbano trascorrere anni per appurare che la vecchia Fea sia responsabile della contaminazione? Possibile che quell’area, che da bando avrebbe dovuto essere ristrutturata entro 4 anni dalla sottoscrizione del contratto tra la Regione e il Concessionario, debba invece ancora essere bonificata, nonostante la presenza di un potenziale rischio sanitario – evidenziato dalla Dott.ssa Stella della Asl di Pescara – che potrebbe estendersi all’esterno del sito, finanche agli stabilimenti balneari antistanti? La riviera di Pescara non può subire questo trattamento”. (com/red)

E’ quanto viene riportato in un comunicato diramato, in giornata, dal servizio stampa dell’Emiciclo. La notizia, qui riportata secondo il testo completo del comunicato diffuso, riportato integralmente, e’ stata divulgata, alle ore 14, anche mediante il canale web istituzionale del Consiglio Regionale d’Abruzzo, sul quale ha trovato spazio la notizia. Fonte del comunicato: emiciclonews.it

 

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